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L'ora di lezione

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Per un'erotica dell'insegnamento

L'ora di lezione

Lo scorso Marzo, grazie alla collaborazione come membro della Rete  Adolescenza di Forlì, ho avuto il privilegio di partecipare come moderatore all'intervento annuale che il Prof. Massimo Recalcati propone alla città.

Di seguito, senza rielaborazioni o commenti, riporto alcuni passaggi che sintetizzano l'intervento del maestro.

L’ora di lezione

È il tempo dell’incontro tra il maestro e i suoi allievi.

La vita è una scuola che ha bisogno di una scuola. Ma questo sapere implica la vita? È in rapporto alla vita o è pura erudizione?

Se il sapere si dissocia dalla vita diventa sangue morto.

La scuola è un luogo di incontri stratificati e la formazione avviene attraverso la sedimentazione degli incontri fatti, una soggettivazione degli incontri, che possono essere buoni o cattivi.

Quelli buoni aprono alla vita, quelli cattivi chiudono il rapporto con il modo, come ad esempio nel trauma, ovvero nell’incontro che fissa la vita ad una esperienza che si ripete in modo coatto, costringendo la libertà alla ripetizione.

Massimo Recalcati - L'ora di lezioneL’idea che esista un solo sapere spoglia il sapere dal suo rapporto con la vita.

Al contrario, l’incontro buono spalanca a possibilità di mondi infiniti, come narra Andrea Baiani ne “la vita non è in ordine alfabetico”.

Nella scuola edipica, l’alleanza generazionale caratterizzava la relazione tra genitori ed insegnanti con l’obiettivo della plasmazione dell’allievo.

La scuola di oggi vede rotta questa alleanza, sia con le famiglie, sia con le istituzioni.

La scuola consuma gli insegnanti!

Senza l’obbligo della scuola non c’è libertà di formazione: senza legge, non c’è desiderio, perché la legge, nel suo intento di frenare il desiderio, ne diventa la possibilità.

L’incontro col maestro è l’incontro di un corpo e di una voce. Ma la voce è un corpo. Ha una traccia mnestica. La radice comune dei maestri non riguarda il contenuto del loro sapere, ma lo stile, il modo unico con cui l’insegnante entrava in rapporto erotico con ciò che insegnava. Si assiste in questo modo alla trasformazione degli oggetti di studio in corpi erotici.

L’arte del commento trasforma il libro in un corpo che l’allievo vuole penetrare. L’allievo diventa un amante. È un gesto socratico: l’allievo diventa amante del sapere. Questo porta dinamismo alla didattica.

Usciti da un’ora di lezione illuminata si è stremati, come quando si finisce di fare l’amore e si chiede “ancora”. “Encore” in francese (“un cœur” - “un cuore”). È la massima espressione dell’amore. Al contrario di chi esce dalla lezione dicendo: “Basta”!

L’insegnante che incespica o inciampa guadagnando la cattedra, può ricomporsi e glissare, può ricomporsi e guardare con aria severa chi sghignazza o può fare dell’incespicamento il tema della lezione.

Aspasia AlcibiadesOgni insegnante mentre insegna impara. L’insegnante confuso non conosce ciò che insegna. Mentre chi insegna ciò che sa deve impararlo come nuovo, rendendo il sapere inesauribile.

Occorre preservare lo scarto tra la parola scritta e la parola viva.

Si insegna ad insegnare non per formazione, ma per contagio.

 

L’apprendimento è un mistero e non coincide con la riproduzione del sapere.
Ma con la sua soggettivazione.

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Questo articolo è stato scritto da Denis Ceccarelli

denis

Direttore Polo Clinico Psicologia Facile. 
Psicologo, Psicoterapeuta, Mediatore Familiare, Sessuologo.
Docente ISCRA.

E-mail: denisceccarelli@psicologiafacile.it
Sito web: www.denisceccarelli.it

Cell. 338 4980491